Lì dove la natura è davvero incontaminata, dove i boschi si riempiono di notte di strani suoni e strane creature, leggende e mito si uniscono a raccontare la storia di un popolo, di intere generazioni che hanno abitato ed abitano tutt’oggi la provincia di Varese.
Pare che l’usanza che hanno in molti paesi di preparare un falò nell’ultimo giovedì del mese di gennaio non sia di certo per salutare il freddo rigido dell’inverno. Piuttosto in questo falò viene bruciato un fantoccio che, si dice, assomigli ad una strega vissuta anni e anni or sono: la Giöbia. Durante il falò le donne cucinano risotto con luganega e i bimbi si riuniscono per giocare assieme fino a notte fonda.
Tutto nasce tanto tempo fa, quando la Giöbia abitava nei boschi del Varesotto ed incuteva terrore tra i contadini e gli altri abitanti dei paesi situati nei dintorni di Varese. La Giobia non era una strega come le altre, sebbene per aspetto fosse così raccapricciante da far davvero terrore. La strega era magrissima, molto alta ed aveva un cappellaccio nero che le nascondeva il viso sbilenco. Quando lei passava, tutto attorno a lei moriva, diventando solo freddo ghiaccio. I fiori appassivano, i prati venivano coperti completamente dalla brina e tutto diventava senza vita. Nelle sue ampie calze rosse, la Giöbia camminava su per i boschi, cercando quello di cui era più golosa: i bambini. Di certo non avrebbe rinunciato ad un buon piatto caldo come un risotto di luganega o ad un piatto di polenta abbrustolita, ma non poteva di certo cucinare ed il solo pensiero di quelle famigliole al caldo, felici e sorridenti, le provocava così rabbia da diventare ancora più cattiva.
Ed ecco che di notte entrava nelle case e prendeva i bambini per nutrirsene e distruggere quella felicità tanto invidiata, soprattutto alle donne dei villaggi che, a differenza sua, erano belle, capaci di amore e di creare quella vita che invece lei sapeva solo distruggere. Le donne dei paesi conoscevano la strega e sapevano che diventava ancora più cattiva nelle ultime sere di gennaio, quando il freddo dell’inverno si preparava a lasciar spazio alla primavera e la strega, quindi, avrebbe dovuto abbandonare i boschi. Avevano anche imparato a loro spese come potevano impedirle di prendere i bambini ed è per questo che le preparavano dei piatti capaci di placarle l’appetito.
Durante l’ultimo giovedì di gennaio, la Giöbia era più cattiva che mai e le donne dei villaggi preparavano per lei il risotto con la luganega e la polenta arrostita, così da saziare il suo appetito e da evitarle di prendere i bambini. In uno dei villaggi del Varesotto c’era una bambina che, molto spesso, andava nel bosco per prendere la legna ed aiutare la mamma vedova nel prendersi cura della casa. La mamma cercava di proteggere la sua bambina e le diceva ogni giorno “Attenta alla Giöbia, quando vai nel bosco! Scappa più lontano che puoi!” E la bambina obbediva alla sua mamma e prendeva quanta più legna poteva senza mai fermarsi, per tornare di corsa a casa, sana e salva. Un giorno, però, mentre correva su per i boschi, la bambina si ritrovò faccia a faccia con la Giöbia che le disse “Stasera verrò a casa tua e, se non ci sarà nulla per me, ti prenderò e ti porterò nel bosco con me”. La bimba corse verso casa e si affrettò a raccontare tutto alla mamma che, da quella sera, memore della promessa della strega, lasciò sempre un po’ di polenta sul tavolo della cucina. Una notte, però, le due donne dimenticarono di lasciare il piatto per la Giöbia e la strega non esitò a mostrare la sua vendetta. Prese la bambina e scappò per i boschi, adirata per il grande affronto che le aveva fatto la vedova.
Solo la mattina seguente la donna chiamò a gran voce la bambina e si accorse subito che era sparita. L’allerta arrivò ben presto a tutte le mamme del villaggio che iniziarono a pensare ad un modo per salvare la bambina. Una donna ebbe l’idea di cucinare un risotto con la luganega e di posizionarlo su una finestra per far accorrere la strega. Nel piatto di risotto, grande tanto da sfamare un villaggio intero, c’era solo un piccolo cucchiaio, così che la Giobia, golosa com’era, avrebbe perso tanto tempo a mangiar tutto. E così fu. La strega mangiò il risotto per così tanto tempo che un raggio di sole la colpì alle spalle e, quasi istantaneamente, le fiamme la avvolsero completamente riducendola solo in un mucchio di cenere. Ed ecco che il freddo inverno subito lasciò spazio al sole e le piante e i fiori, la natura tutta rinacque di colpo, senza la strega malvagia. Dal bosco, intanto, si vide una bambina correre verso la mamma. “Mamma!Mamma! Abbiamo spezzato il sortilegio!” gridò a gran voce e la mamma, abbracciandola, la strinse forte a sé rassicurandola “L’incubo è finito. La strega è morta per sempre”.
in Cantastorie
Dic16
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