La Valle Cannobina, storicamente, ha da sempre rappresentato un'importante via di comunicazione tra la Valle Vigezzo e il Lago Maggiore. Da un punto di vista geografico essa fa parte delle Alpi Lepontine: ha una superficie di circa 11.000 ettari ed è percorsa dal torrente Cannobino; con direzione ovest-est si affaccia sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, confinando a settentrione col Canton Ticino.
Oltrepassato Finero ci si addentra nella Val Tupa, valle buia, incassata ed erosa dalle acque del torrente che l'attraversa per circa 17 km arricchito da affluenti minori. Dopo l'Orrido di Sant'Anna il torrente sfocia nel lago all‘altezza di Cannobio. L'altezza delle montagne qui non supera i 2.200 metri, ma il dislivello fra il fondovalle e le vette è pur sempre notevole. A causa di questa morfologia le cime della Valle si presentano imponenti, selvagge, irte e strapiombanti, quasi a significare l'inaccessibilità di questi luoghi che racchiudono paesaggi d'indescrivibile bellezza, regno di una natura a tutt'oggi ancora incontaminata.
La Valle è delimitata a settentrione dalle Rocce del Gridone e dalla vetta del monte Limidario che la separano dalla Val Vigezzo e dalle Centovalli. Ai margini, verso Cannobio, questa catena degrada in un ripetersi di lineamenti più blandi, interrotti dal passo della Percadugine, per poi riprendere una fisionomia meno scabra col monte Faierone ed il monte Giove. Verso Finero le Rocce del Gridone precipitano sul magico e spettrale "Piano delle Streghe". Il crinale prosegue con la brulla costa della Torriggia e culmina con l'omonima cima divallando poi verso il Pian di Sale. Poco sopra il pianoro, sede d'una torbiera attiva, il passo dello Scopello (m 967) che segna l'inizio geografico della Val Vigezzo.
Superato il valico la dorsale riprende regolarmente ad innalzarsi con alternanza di boschi e pascoli, sino alla "Cima". Il crinale, divenuto erboso, tocca i "Denti di Cortechiuso" affacciandosi sulla Val Loana, una tributaria della Val Vigezzo. A sud l'orografia si ripropone più accidentata: da spartiacque con la Val Pogallo, corre una cresta rocciosa ed intricata intervallata da un susseguirsi di vette. La pendice diviene erbosa, poi boscosa e infine collinare con le ultime alture ormai a ridosso del "Verbano": Cima l'Alpe, Pian Bello e Carza. Ai piedi di quest'ultimo dosso, nel lago, s'ergono solitari e attrattivi i cinquecenteschi "Castelli di Cannero" fatti edificare dai fratelli Malpaga.
Più a nord s'incontrano la recente e moderna Carmine Inferiore dominata dall'antica Carmine Superiore che spicca su un promontorio roccioso. Passata la Punta Creda, rieccoci in vista della piana alluvionale sul cui bordo si alternano gli edifici signorili e popolari di Cannobio, in uno scenario che sfuma all'Orrido di Sant'Anna, bastione d'ingresso alla "Cannobina". Al suo interno sorgono i diversi centri abitati: Cavaglio, Gurrone, Spoccia, Orasso, Cursolo e Finero sulla sinistra idrografica; Socraggio, Crealla, Falmenta e Gurro sulla destra. La Valle Cannobina: i suoi panorami si aprono e si ampliano con l'aumentare dell'altimetria alla quale fa riscontro il recupero della fisionomia dovuta all'origine glaciale; qui sono nati i "monti', gli "alpeggi" ed i pascoli, teatro della vita del passato!
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