Lago maggiore
home > itinerari > itinerari naturali > val grande: un'esperienza very wild

Val Grande: un'esperienza very wild

Non possiamo dire di conoscere ed apprezzare le zone del Lago Maggiore senza aver visitato, almeno in parte, una della aree più selvagge d’Europa: la Val Grande. Chiuso tra le montagne dell'Ossola, il bacino del Lago Maggiore e la Valle Cannobina, il Parco Nazionale Val Grande fu istituito il 2 marzo 1992 per poi nascere nel 1993 l'Ente di gestione del Parco. Con il termine wilderness il pensiero si volge generalmente a spazi sconfinati, luoghi selvaggi ed incontaminati dalla presenza dell'uomo. Ma la Val Grande non è solo questo. Qui le tracce della presenza umana sono ben evidenti: mulattiere, alpeggi, terrazzamenti, vestigia di teleferiche, testimoniano come l'uomo nei secoli passati abbia intensamente frequentato la valle.

Wilderness in Val Grande si identifica con un luogo ormai abbandonato, senza strade, senza insediamenti permanenti e neppure stagionali, dove la natura sta lentamente recuperando i suoi spazi. In questa valle, wilderness significa armonia, equilibri naturali e silenzi incontrastati. Un silenzio che si vive fisicamente, il silenzio dei luoghi abbandonati che offre l'occasione per fermarci e predisporci all'ascolto. Un tempo terra di boscaioli e di pascoli strappati alle montagne, la Val Grande si è rimboschita progressivamente dopo l'abbandono da parte dell'uomo nel secondo dopoguerra. La natura che si presenta al visitatore odierno risente di questa storia, presentando un bosco giovane che si estende su buona parte della superficie del parco. L'altezza media non è infatti elevata, permettendo a specie di bassa montagna come castagno, faggio, nocciolo, di farla da padrone.

La Riserva naturale Val Grande, la zona più interna di riserva naturale integrale, comprende la spettacolare Cima Pedum, ma la vera attrattiva per gli escursionisti e gli amanti della natura sono i monti circostanti. I paesaggi variano costantemente con la quota, l'esposizione dei versanti al sole, la presenza dell'acqua, tuttavia una nota comune contraddistingue una montagna costantemente aspra ed inospitale. Molto appaganti risultano le ascensioni sui monti che delimitano il parco sul versante del Lago Maggiore, cioè il Monte Zeda ed il pizzo Marona; raggiungibili con un'escursione in giornata moderatamente impegnativa, si possono anche concatenare in un giro più ampio con i sentieri che salgono da Cicogna o dalla Valle Intrasca. Il Rio Valgrande ed il Rio Pogallo con i loro bacini idrografici costituiscono il Parco.

I fiumi hanno delle sorgenti vere e proprie, pertanto non possono essere riduttivamente definiti torrenti; tuttavia le caratteristiche degli alvei, sovente incassati in rocce dure con pareti a strapiombo, rende il corso di questi fiumi soggetto a variazioni estremamente rapide in caso di pioggia. Della vecchia rete di strade mulattiere del passato, sono rimasti alcuni ponti che permettono di attraversare questi corsi d'acqua, che altrimenti si presentano come barriere invalicabili per buona parte della loro lunghezza. Forte qui la presenza, tra gli altri, di: camosci, caprioli, cervi, cinghiali, lupi, volpi, faine, martore, tassi, donnole, ghiri, scoiattoli, aquile reali e falchi pellegrini, gufi reali, picchi neri e vipere.

Per maggiori informazioni: Ente Parco Nazionale della Val Grande: Villa Biraghi, Piazza Pretorio, 6 - 28805 Vogogna (VB), Tel. 0324/87540, e-mail: info@parcovalgrande.it.

Galleria foto Val Grande: un'esperienza very wild